I farmaci biologici hanno consentito di migliorare drasticamente le prospettive del trattamento delle malattie reumatiche negli ultimi 25 anni. Sono farmaci generalmente ben tollerati dai pazienti: l’effetto collaterale principale è la maggiore suscettibilità alle infezioni. Altri effetti collaterali sono differenti a seconda del farmaco, che deve essere scelto quindi in base alle caratteristiche del paziente e della sua malattia. I farmaci biologici hanno un costo superiore rispetto ai farmaci convenzionali, e sono indicati per pazienti che non rispondono o non tollerano la terapia convenzionale. I farmaci biologici non hanno sostituito i farmaci immunosoppressori convenzionali che sono adatti a molti pazienti e sono spesso usati in combinazione con i farmaci biologici.
I farmaci biologici, o più correttamente biotecnologici, sono grandi molecole proteiche; sono più grandi e complessi rispetto ai farmaci comuni, come l’aspirina, gli antibiotici o gli antinfiammatori, che sono invece piccole molecole di sintesi chimica. I farmaci biologici sono prodotti mediante l’utilizzo di organismi viventi, i più comunemente utilizzati sono le cellule di mammifero. La biotecnologia si avvale anche di tecniche di DNA ricombinante, ovvero di rimaneggiamento del DNA umano e animale al fine di ottenere una sequenza di DNA ottimale che codifica il farmaco con la migliore funzione terapeutica. Data la complessità della produzione dei farmaci biologici, è necessario un accurato processo di purificazione del farmaco finale. Inoltre, essendo grandi proteine, i farmaci biologici sono somministrati per via sottocutanea o endovenosa e devono essere conservati a temperature intorno ai 4° C.
Nelle malattie reumatiche è di solito presente uno sbilanciamento a favore dei mediatori dell’infiammazione, in particolare a favore di citochine infiammatorie, ovvero molecole che trasmettono i messaggi tra le cellule e innescano le risposte infiammatorie ed immuni. Le principali citochine coinvolte nelle malattie reumatiche sono: le interleuchine 1, 6 e 17, il tumour necrosis factor (TNF) alfa e l’interferone. I farmaci biologici usati in ambito reumatologico sono per lo più anticorpi o recettori solubili delle citochine stesse. I farmaci biologici quindi legano le citochine e neutralizzano il loro effetto infiammatorio.
Un database aggiornato di tutti i prodotti biotecnologici approvati dalle autorità farmacologiche è fornito dalla Generics and Biosimilars Initiative (Gabi): http://www.gabionline.net/Guidelines/Canadian-guidelines-for-subsequent-entry-biologics.
Il nome dei farmaci biologici è complesso ma il suffisso del nome dà informazioni riguardo alla struttura del farmaco, ecco alcuni esempi:
-mab= anticorpo monoclonale
-ximab= anticorpo monoclonale chimerico (ovvero con porzioni umane e murine, per esempio infliximab)
-zumab= anticorpo monoclonale umanizzato (ovvero con pochissime porzioni di molecola non umane, per esempio tocilizumab)
-umab= anticorpo monoclonale umano, (ovvero una molecola con struttura uguale a quella umana, per esempio adalimumab)
-cept: proteine di fusione tra recettore della citochina e una porzione di anticorpo monoclonale, per esempio etanercept)
Negli ultimi anni, dopo la scadenza dei brevetti dei primi farmaci biologici, sono stati sviluppati i farmaci biosimilari, ovvero farmaci con efficacia e sicurezza sovrapponibili a quella del biologico di riferimento ma prodotti mediante un processo produttivo differente. Dato che i farmaci biologici sono molecole grandi e complesse, i biosimilari non possono essere identici al farmaco biologico di riferimento, ma ci può essere una “micro-variabilità”. Tuttavia, prima di essere approvati per l’utilizzo i biosimilari superano un complesso esercizio di comparabilità rispetto al farmaco di riferimento, che richiede tra i 5 e gli 8 anni ed è controllato dall’European Medicines Agency (EMEA). La definizione dell’EMEA di farmaco biosimilare è: “un farmaco biosimilare è un farmaco che è simile ad un farmaco biologico che è già stato autorizzato (il farmaco biologico di riferimento)”.La scelta di utilizzare un biologico di riferimento o il suo biosimilare richiede sempre l’intervento di un esperto, che in reumatologia, è il medico specialista reumatologo che prescrive la terapia.
I biologici e biosimilari attualmente disponibili in reumatologia per il paziente adulto sono:
Indicazioni terapeutiche approvate (1/5/2020) | ||||||
Biosimilare disponibile | Artrite reumatoide | Artrite psoriasica | Spondilite anchilosante | Lupus eritematoso sistemico | Altre malattie reumatiche | |
Inibitori del TNF-alfa | ||||||
Adalimumab | Sì | Sì | Sì | Sì | No | |
Certolizumab pegol | No | Sì | Sì | Sì | No | |
Etanercept | Sì | Sì | Sì | Sì | No | |
Golimumab | No | Sì | Sì | Sì | No | |
Infliximab | Si | Sì | Sì | Sì | No | |
Inibitori dell’interleuchina 1 | ||||||
Anakinra | No | Sì | No | No | No | Sindromi periodiche associate a criopirina (CAPS) |
Canakinumab | No | No | No | No | No | Sindromi periodiche associate a criopirina (CAPS); sindrome periodica associata al recettore del fattore di necrosi tumorale (TRAPS); sindrome da iperimmunoglobulinemia D (HIDS)/deficit di mevalonato chinasi (MKD); febbre familiare mediterranea (FMF); malattia di Still; artrite gottosa |
Inibitori dell’interleuchina-6 | ||||||
Sarilumab | No | Sì | No | No | No | |
Tocilizumab | No | Sì | No | No | No | |
Inibitori dell’interleuchina-17 | ||||||
Secukinumab | No | No | Sì | Sì | No | |
Ixekizumab | No | No | Sì | No | No | |
Inibitori dell’interleuchina-12/23 | ||||||
Ustekinumab | No | No | Sì | No | No | |
Inibitori del CTLA4 (inibitore dei linfociti T) | ||||||
Abatacept | No | Sì | Sì | No | No | |
Inibitori del CD20 (inibitore dei linfociti B) | ||||||
Rituximab | Sì | Sì | No | No | No | Granulomatosi con poliangite e poliangite microscopica |
Inibitori di BAFF o BLyS (inibitore dei linfociti B) | ||||||
Belimumab | No | No | No | No | Sì |