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Fibromialgia

Che cos’è la fibromialgia

La Fibromialgia (FM) o Sindrome Fibromialgica è una patologia reumatica extra articolare che si caratterizza per la presenza di dolore muscolo-scheletrico diffuso e cronico, che si associa spesso ad altre manifestazioni quali stanchezza, facile affaticabilità, alterazione del sonno e dell’umore, in assenza di significative alterazioni di esami ematochimici e strumentali. La fibromialgia è una patologia che inficia la qualità della vita dei pazienti e, dato che spesso viene diagnosticata tardivamente, grava sul sistema sanitario nazionale e sui pazienti stessi con costi diretti ed indiretti.


Chi è colpito dalla fibromialgia?
Si calcola che ne sia affetta il 2-5 % della popolazione, soprattutto di sesso femminile.
Sebbene l’età di insorgenza più frequente sia fra i 25 e i 45 anni, la fibromi algia puo’ riscontrarsi in soggetti di qualsiasi età, inclusi gli adolescenti e gli anziani. In molti casi si tratta di persone esposte a situazioni di stress emotivo, familiare o lavorativo, che vivono la quotidianità in maniera conflittuale.

Cause

Le cause della fibromialgia non sono state ancora indentificate, anche se negli ultimi anni si sono verificati notevoli progressi nell’interpretazione dei meccanismi che portano alla sua insorgenza e, soprattutto, alla cronicizzazione.  Si è concordi nel pensare che una predisposizione genetica unita ad alcuni trigger ambientali provochino una “sensibilizzazione centrale” nei confronti degli stimoli esterni, in particolare il dolore, primo responsabile del quadro sintomatologico.Alcuni eventi stressanti per l’organismo, che intercorrono in un soggetto geneticamente predisposto, comportano una disregolazione delle vie neuroumorali di stress e infiammazione, che promuovono alterazioni nei circuiti cerebrali che modulano la risposta al dolore e allo stress e l’umore, provocando un’amplificazione della percezione dello stimolo dolorifico responsabile di iperalgesia e allodinia.

Fattori scatenanti

Sono stati identificati numerosi fattori scatenanti che sono in grado di indurre la sensibilizzazione centrale. I principali sono sindromi da dolore miofasciale, traumi fisici (incidenti automobilistici), traumi psicologici, eventi catastrofici (guerre, disastri naturali), infezioni (Parvovirus, Epstein-Barr virus, Borreliaburgdoferi, Coxiellaburnetii…), alterazioni ormonali (es. ipotiroidismo), farmaci e vaccini.

Fattori genetici

A livello genetico, sono state identificate numerose alterazioni di geni coinvolti nel metabolismo dei alcuni neurotrasmettitori, che intervengono nel controllo della trasmissione del dolore. In particolare vi sarebbe una ridotta attività dei neurotrasmettitori inibitori, come la serotonina e la noradrenalina, e un’aumentata attività di quelli eccitatori come la sostanza P e il glutammato. La serotonina è uno dei neurotrasmettitori maggiormente coinvolti nella patogenesi della fibromialgia con importante correlazione tra deficit ematico di triptofano (precursore della serotonina) e la gravità di sintomi dolorosi, disturbi del sonno e del tono dell’umore.

Sintomi

Il sintomo cardine della fibromialgia è il dolore muscolo-scheletrico diffuso, a livello dei muscoli, delle inserzioni tendinee e delle articolazioni, da cui deriva il termine fibromialgia, dal latino fibra, tendine, unito ai termini greci myo, muscolo e algos, dolore. Il dolore è cronico, di tipo spontaneo o evocabile, sia da stimoli non dolorosi (in questo caso si parla di allodinia), che da stimoli dolorosi di lieve entità(in questo caso si parla di iperalgesia).

Il dolore è sempre accompagnato da disturbi del sonno, che viene definito non ristoratore, astenia marcata che non migliora con il riposo e rigidità mattutina generalizzata (morningstiffness).Le alterazioni qualitative e quantitative del sonno influiscono negativamente sulla qualità della vita e sul benessere psicofisico dei pazienti, alimentando dunque il circolo vizioso che peggiora la percezione del dolore e dunque la patologia stessa.

 

Sintomi associati

Alle manifestazioni principali si aggiungono altri sintomi di accompagnamento, quali:

  • Cefalea
  • Disturbi del tono dell’umore (ansia e depressione di vari livelli)
  • Disturbi cognitivi, come difficoltà di concentrazione, compromissione della memoria a breve termine, confusione mentale (la cosiddetta “nebbia” cognitiva o fibro-fog), rallentamento nei gesti, incapacità di svolgere le mansioni quotidiane
  • Parestesie localizzate o generalizzate
  • Sindrome delle gambe senza riposo
  • Reflusso gastroesofageo
  • Sindrome del colon irritabile
  • Disturbi genito urinari
  • Intolleranze alimentari e farmacologiche

Diagnosi

La diagnosi è clinica e si basa su anamnesi ed esame obiettivo.

E’ importante interrogare il paziente sulle sue abitudini e sulla qualità della vita, cercando di scoprire tratti della personalità utili alla diagnosi, come l’aumentata valutazione soggettiva della sintomatologia dolorosa e la scarsa tolleranza nei riguardi della sofferenza. Gli esami di laboratorio e strumentali sono caratteristicamente negativi e vengono richiesti per escludere altre patologie che possono determinare sintomi simili a quelli presenti nella fibromialgia.

L’esame obiettivo permette di dimostrare alcuni elementi importanti, come la grande tensione muscolare, l’iperalgesia e l’allodinia. L’iperalgesia è dimostrabile con la digitopressione di alcune aree simmetriche del corpo, dette tender points, dolenti non spontaneamente ma solo alla digitopressione da parte del medico esaminatore. Dolore e iperalgesia si possono tuttavia osservare anche in altre malattie. Per la diagnosi di fibromialgia si devono valutare accuratamente:la diffusione del dolore nelle varie regioni corporee; la gravità di alcuni sintomi (astenia, sonno non ristoratore e disturbi cognitivi) ; ilnumero di sintomi somatici.

Trattamento

Vi sono diversi approcci terapeutici alla patologia quali terapie fisiche, farmacologiche e assistenza psicologica, ma nessuno di essi è curativo; le più recenti line guida internazionali evidenziano che un approccio multimodale, composto dalla combinazione di più trattamenti, sia il trattamento più efficace. Esso prevede dapprima trattamenti non farmacologici quali esercizio fisico, fisiokinesiterapia e terapia cognitivo-comportamentale e poi eventualmente trattamenti farmacologici. Per il paziente fibromialgico è molto importante riporre fiducia nel medico reumatologo e in altre figure di riferimento, quali il fisiatra, il fisioterapista e lo psicologo. L’obiettivo della terapia è migliorare la qualità della vita del paziente e la consapevolezza riguardo alla sua salute.

Terapia fisica

Il trattamento in assoluto più raccomandato ed efficace è l’esercizio fisico, che deve essere continuativo e basato sull’attività aerobica e sull’allungamento muscolare. L’attività aerobica migliora l’attività del muscolo cardiaco, regola la pressione arteriosa e migliora la meccanica respiratoria, riducendo la fatica. L’allungamento muscolare, associato alla ginnastica posturale, riduce la tensione muscolare, favorisce il rilassamento, la coordinazione e la presa di coscienza del proprio corpo (propiocezione). La costanza nell’esecuzione di un corretto esercizio fisico conduce al ripristino del movimento, alla riduzione del dolore e al miglioramento della qualità della vita.

Anche la fango-balneoterapia termale ha effetti positivi sull’apparato cardio-circolatorio e sul sistema neuro-endocrino, aumentando la produzione di endorfine, oppiodi endogeni. Questi neurotrasmettitori svolgono un’importante funzione nella regolazione della percezione del dolore, nonché della regolazione del sonno e del tono dell’umore.

Terapia farmacologica

Tra i farmaci più comunemente utilizzati per alleviare i sintomi vi sono antinfiammatori, antidolorifici (paracetamolo, oppioidi come il tramadolo), miorilassanti, antidepressivi, ipnoinducenti, ansiolitici, anticonvulsivanti (come il pregabalin). In alcuni casi è stato proposto l’utilizzo della cannabis terapeutica. La terapia farmacologica non è esente da effetti collaterali e spesso viene interrotta spontaneamente dal paziente per incapacità di mantenere la costanza al trattamento.

Terapia psicologica

La psicologia, che studia l’individuo nella sua relazione con l’ambiente fisico, relazionale e sociale e analizza i processi percettivi, di attenzione, memoria e apprendimento, può essere uno strumento molto valido per il paziente fibromialgico, che spesso manifesta una particolare reattività agli stimoli ambientali e una certadifficoltà a comprendere la propria esperienza di disagio e a condividerla con gli altri. La terapia cognitivo-comportamentale potenzia la capacità di individuare modi e strategie funzionali per far fronte alle situazioni critiche, promuove l’autoefficacia, il controllo dei pensieri e la capacità di far leva sulle risorse personali e ambientali. Il paziente può trovare beneficio anche nell’esercizio di specifiche tecniche di rilassamento.

L’importanza dello stile di vita

La fibromialgia è una patologia che richiede la presa di coscienza da parte del paziente della propria condizione e l’impegno nella gestione dei sintomi attraverso un corretto stile di vita. In particolare, è importante cercare di ridurre o eliminare lo stress e avere un ritmo di vita regolare, che consenta di prendersi delle pause durante la giornata, dedicarsi all’attività fisica e alla cura di sé.

E’ consigliabile una dieta equilibrata e ricca di alimenti con proprietà antinfiammatorie, caratterizzata da ampio consumo di alimenti di origine vegetale, frutta, cereali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva,acidi grassi poli-insaturi omega-3 e antiossidanti, limitato consumo di carne, uova, formaggio e zuccheri.Alcune sostanze contenute nella dieta, come glutammato e aspartato, potrebbero giocare un ruolo rilevante dell’alterazione della trasmissione dei sintomi dolorosi. Elevate concentrazioni di tali sostanze nella dieta potrebbero peggiorare il dolore cronico, pertanto è consigliabile evitare cibi contenentiaspartame, bibite dolcificanti, prodotti in scatola.

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