Per cui, per una diagnosi corretta, sono necessarie informazioni sulla storia medica personale e familiare, esami fisici e test diagnostici.
Visita medica
Durante la visita il Reumatologo chiede informazioni (anamnesi) sulle caratteristiche delle manifestazioni e sulla familiarità, prima di passare all’esame fisico (obiettivo). L’esame comprende l’osservazione di ogni articolazione e la ricerca di sensibilità, gonfiore, calore e dolore e/o limitazione al movimento. L’esame fisico serva anche a rilevare segni di impegno sistemico come i noduli reumatoidi o manifestazioni extra-articolari.
Analisi del sangue
Sulla base delle informazioni ricavate dalla visita, il medico può richiedere degli esami del sangue, alcuni dei quali servono per approfondire l’iter diagnostico, altri per verificare lo stato generale della persona, necessari per iniziare la terapia. Tra gli esami più richiesti a scopo diagnostico, vi sono il fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti-peptide citrullinato (anti-CCP) che sono presenti nel 60% circa dei pazienti con AR. Gli anticorpi anti-CCP sono più specifici per l’AR (vuol dire che raramente si riscontrano in soggetti sani), anche se possono ritrovarsi nel 10% dei pazienti con artrite psoriasica. Invece, il FR è meno specifico, visto che è presente anche in condizioni diverse dall’AR, quali epatite od altre malattie autoimmuni (in questi casi si parla di falsa positività). Va comunque sottolineato che il 30-40% dei pazienti con AR non presenta né anti-CCP né FR, per cui la diagnosi rimane soprattutto clinica e basata su un insieme di elementi che il medico valuta. Fra questi, vi sono gli indici di infiammazione nel sangue (VES e PCR) che rappresentano anche indici di attività di malattia, utili quindi sia per la diagnosi che per seguire l’andamento della malattia in risposta alle terapie.
Radiologia
Le radiografie possono essere molto utili dal punto di vista diagnostico e per la valutazione dell’aggressività dell’AR perché mettono in evidenza le erosioni articolari, che sono il marker più rilevante di valutazione di malattia. Tuttavia, ci vuole un certo tempo perché si producano e, soprattutto in fase precoce, possono essere assenti, per cui si utilizzano metodiche più sensibili quali l’ecografia o la risonanza magnetica. Queste indagini possono essere utili anche ad individuare l’interessamento di tendini (tendiniti o tenosinoviti) e ligamenti.