La pandemia Covid-19 ha radicalmente cambiato l’opinione di una parte non trascurabile della popolazione, ma anche di alcuni politici ed amministratori sul valore dei vaccini, che fino all’anno scorso suscitavano ancora molte polemiche sulla loro efficacia e dubbi sui loro possibili effetti indesiderati.
Comunque, è utile ribadire che le vaccinazioni sono il più efficace strumento di prevenzione per il controllo delle malattie infettive nella popolazione generale. Ciò è ancora più importante nei pazienti con malattie reumatologiche poiché questi sono ad aumentato rischio di contrarre infezioni.
Per la popolazione adulta l’autunno è il momento di maggior ricorso alle vaccinazioni, dovuto in particolare a quella anti-influenzale, che quest’anno è stata particolarmente raccomandata per evitare il sovraccarico delle strutture e degli operativi sanitari, ma anche per evitare equivoci con il Covid-19, vista la similitudine dei sintomi.
Tuttavia, i pazienti con malattie reumatologiche non sanno bene come comportarsi e spesso neanche il loro medico di famiglia sa aiutarli e consiglia loro di rivolgersi allo specialista che talvolta non è facile da raggiungere.
La Società Italiana di Reumatologia (SIR), con encomiabile tempestività, ha pubblicato sul sito SIR le raccomandazioni per il ricorso alle vaccinazioni (di ogni tipo) per i pazienti con malattie reumatologiche, destinato agli operatori sanitari, in particolare medici di medicina generale e/o specialisti. Teniamo a sottolineare che queste sono in linea con le raccomandazioni della Società Europea di Reumatologia (EULAR).
Noi abbiamo tratto gli elementi principali delle raccomandazioni SIR che riguardano la vaccinazione anti-influenzale.
VACCINO ANTINFLUENZALE
1) Il vaccino influenzale è fortemente raccomandato nella maggioranza dei pazienti con malattie reumatologiche. E’ consigliabile vaccinare anche i contatti stretti.
2) Per i pazienti con malattie reumatologiche sono valide tutte le raccomandazioni esistenti per la popolazione generale (ad es.allergie, disturbi della coagulazione, ecc)
3) La risposta si è dimostrata protettiva nei pazienti con artrite reumatoide (AR) (ed altre artriti, ndr), lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica e vasculiti ANCA-correlate, anche in trattamento con DMARD (farmaci di fondo) e/o anti-TNF (farmaci biologici)
4) L’efficacia è ridotta nei pazienti con AR trattati con rituximab. L’efficacia è ridotta ma soddisfacente nei pazienti trattati con tofacitinib+methotrexate. Si può valutare la sospensione del methotrexate 2 settimane prima del vaccino per aumentare l’efficacia del vaccino
5) La maggior parte dei farmaci anti-reumatici che assumono i pazienti con malattie reumatologiche hanno livelli di immunosoppressione trascurabile e lievi/moderati, che non interferiscono significativamente sugli effetti dei vaccini
Va innanzitutto chiarito che a tutt’oggi non sono stati fatti studi specifici su pazienti affetti da malattie reumatologiche, autoimmuni e non. Ma, data la frequenza di queste nella popolazione e il numero di pazienti ormai già vaccinati nel mondo, se ci fossero stati effetti indesiderati, essi sarebbero stati prontamente individuati. Come abbiamo detto altre volte, anche a proposito dei vaccini anti-influenzali, ricordiamo che il vaccino è la modalità migliore per combattere le infezioni. I vaccini anti-COVID19 attualmente disponibili in Italia sono quello della Pfizer e quello della Moderna. Entrambi adoperano una molecola genetica chiamata RNA messaggero (mRNA) che insegna alle cellule a creare una versione della proteina spike del coronavirus, stimolando l’organismo a produrre anticorpi che riconosceranno il virus impedendogli di infettarci. Si tratta di una nuova tecnologia che non utilizza (a differenza di altri vaccini tradizionali) virus attenuati o morti o vivi per indurre la risposta anticorpale. Per cui si ritiene che queste nuove tecnologie siano più sicure per i pazienti affetti da malattie autoimmuni o che facciano uso di farmaci immunosoppressori. Ovviamente per loro valgono le stesse precauzioni od avvertenze se si è particolarmente allergici alle vaccinazioni. Inoltre, è certo che le conseguenze dell’infezione da virus sarebbero ben peggiori, sia a breve che a lunga distanza di tempo.
Presidente Hemove Onlus, Referente Rete di Reumatologia Regione Veneto