FIBROMIALGIA POST-COVID E AUTOIMMUNITÀ
La Fibromialgia (FM) è la causa più frequente di dolore diffuso in tutto il mondo. Essa colpisce il 2-4% della popolazione, prevalentemente di sesso femminile. Nonostante il quadro clinico, pur poliedrico, sia riconoscibilissimo, rimane una delle malattie reumatiche più misteriose. In effetti si conosce poco sia sulle cause che ne provocano l’insorgenza, che sui meccanismi che alimentano tutta la gran varietà di espressione clinica. Peraltro, in questa malattia gli esami, sia di laboratorio che radiologici, sono quasi sempre negativi, fatto che provoca spesso una paradossale delusione da parte dei pazienti, che speravano che si individuasse qualche anomalia per poterla poi trattare.
Dato il suo rilievo medico-sociale, sono sempre più numerosi i ricercatori che stanno dedicando le loro attenzioni a questa malattia, soprattutto da quando sono stati segnalati numerosi casi di insorgenza di FM dopo il Covid-19, alcune volte transitori ma in altri casi poi cronici. Cogliamo l’occasione per segnalare due studi importantissimi di recentissima pubblicazione. Il primo è di ricercatori israeliani (appena uscito sulla prestigiosissima rivista PlosOne) che hanno osservato 198 pazienti dimessi dall’ospedale dopo un ricovero per Covid-19 e seguiti per 5 mesi, ai quali erano stati mandati dei questionari sul loro stato di salute, incluso quello psichico, e contattati anche telefonicamente. Lo studio ha rilevato che 30 pazienti (15%) avevano sviluppato una vera e propria FM, mentre 172 (87%) aveva almeno un sintomo riferibile alla FM. Come prevedibile, la FM era nettamente più frequente nel sesso femminile. Inoltre, vi era un rapporto rilevante con precedenti traumatici e la presenza di scarsa resilienza.
Questo studio è interessante per diversi motivi: innanzitutto conferma come un precedente traumatico si ritrovi nella maggior parte dei pazienti con FM, sia fisico (ad esempio incidenti d’auto) che psichico (ad esempio abusi o violenze sessuali, gravi lutti, mobbing, ecc). Poi riporta all’attenzione una delle ipotesi portate avanti negli ultimi tempi, ovvero che la FM possa essere una malattia autoimmune. Quest’ipotesi è sostenuta dal fatto che l’infezione da Covid-19 può anche essere causa scatenante di diverse malattie autoimmuni, con maggior frequenza nei soggetti predisposti. Inoltre, la FM (che in questo caso si chiama secondaria), si ritrova nel 20-50% delle malattie autoimmuni. L’obiezione di coloro che si oppongono a quest’ipotesi è che non sono mai stati riscontrati autoanticorpi specifici nella FM. Tuttavia, va ricordato che, sebbene sia ormai piuttosto raro che una malattia autoimmune non si associ a presenza di autoanticorpi, che rappresentano quindi un elemento fondamentale nella diagnosi, alcuni di questi sono stati identificati solo recentemente. Perciò non è detto che non avvenga la stessa cosa anche per la FM. Un altro elemento di similitudine tra i due gruppi di malattie è la netta prevalenza del sesso femminile e la presenza dominante di sintomi comuni, quali l’astenia, i dolori articolari e muscolari.
A proposito di predisposizione genetica, il secondo studio di scienziati cinesi pubblicato su Clinical and Experimental Rheumatology, ha analizzato 2505 geni in soggetti ricoverati per Covid-19 che poi avevano sviluppato una FM, trovando che 3 geni erano strettamente associati allo sviluppo di FM da Covid-19. Essendo riflessi di un’alterazione immunitaria, quando sarà possibile determinarli “di routine”, avranno un valore predittivo e potranno essere utili per individuare il tipo di risposta immunitaria da correggere.
Abbiamo voluto rendervi partecipi di queste belle pubblicazioni, per dimostrare che si lavora e si ricerca molto anche in quest’ambito, presupposti che inducono all’ottimismo circa l’identificazione dei meccanismi e quindi delle cure in un futuro non eccessivamente lontano.