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Riflessioni di una partecipante ai gruppi di sostegno psicologico

Questi incontri hanno ricevuto un altissimo gradimento dai soci, soprattutto grazie alla competenza e alla dedizione della Dott.ssa Cecilia Dolcetti, storica volontaria e sostenitrice di Hemove.

Pubblichiamo le riflessioni finali di una partecipante.

«Il 27 dicembre 2022 ci siamo ritrovate con le altre partecipanti per la conclusione del corso di psicologia dell’arte e malattie reumatiche tenuto dalla dott.ssa Cecilia Dolcetti.

Il primo ciclo con il primo gruppo di pazienti reumatiche, al quale avevo partecipato con entusiasmo, si era concluso il 9 aprile 2019.

Questo nuovo corso, nel quale ho conosciuto delle altre partecipanti rispetto al primo, è stato molto interessante, specialmente per me che apprezzo l’arte.

Rispetto alla prima esperienza, nella quale abbiamo parlato molto della nostra patologia medica, dei nostri timori e la speranza in un sostegno da parte della medicina, in questo gruppo abbiamo sviscerato i problemi che alcune di noi sta affrontando sul piano personale e famigliare.

Come nel primo corso ci siamo sostenute parlando delle nostre esperienze non solo come pazienti. 

Attraverso l’arte – terapia abbiamo iniziato un percorso che conduce a una conoscenza più profonda di noi stessi.

Ammirando delle opere d’arte come l’Assunta del Tiziano e la presentazione di Maria al Tempio di Tintoretto ho cercato di cogliere ciò che ciascun pittore voleva esprimere dipingendo il quadro e la mia esperienza di vita mi ha portato a vedere in quelle opere un significato valido solo per me.

Molto interessante, infatti, il confronto con le altre partecipanti che hanno trasposto nelle stesse opere le loro vicende personali, così ognuna di noi ha messo in risalto dei particolari diversi.

Se l’arte – terapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri e delle emozioni, per me questa nuova esperienza è stata molto positiva e per questo ringrazio la cara Cecilia che mi ha avvicinato a questa nuova riflessione sulla bellezza, per aiutarmi a superare le difficoltà fisiche e psicologiche.

L’ultimo incontro con l’arte ci ha visto spettatori della visita guidata al presepe napoletano e alle varie scene di vita tradizionali da parte del suo ideatore e autore Stefano Parancola che ci ha posto di fronte ad un’opera d’arte vera e propria, fatta di ricerca e studio dei particolari anche inconsueti per me che adoro l’arte del presepe. 

Mi ha colpito il racconto della leggenda di Benino che sta sognando il presepe e per questo non si deve svegliare perché significherebbe la fine del presepe stesso …

Questo mi ha fatto riflettere sulla fragilità della nostra esistenza, fatta di gioie e dolori e che, come in un sogno, al nostro risveglio può svanire.

Concludo con la frase di George Bernard Shaw: “si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima”, che a me sembra riassumere quanto ho appreso frequentando questo gruppo di lavoro.

Grazie Hemove – Psicologia»

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